Chi c'è dietro l'Augusto di Prima Porta?
La prima domanda che gli abbiamo posto è stata una descrizione della sua opera. La risposta è stata che essa ritrae ovviamente l’omonimo imperatore Ottaviano Augusto, risale al 20 a.C., è alta 204 cm, fatta del marmo bianco tipico di quel periodo, è stata poi colorata di rosso e blu, anche se adesso non lo è più per via delle condizioni in cui è stata e delle migliaia di anni passate. Si trova in un museo presso la Città del Vaticano.
Per quanto riguarda posa e significato ci ha detto che è presa di ispirazione dal Doriforo di Policleto, adattato all’arte romana.
È raffigurata in piedi con il braccio destro alzato che richiama l’attenzione dell’esercito e il silenzio prima del discorso per la battaglia. Augusto indossa una corazza decorata riccamente, sotto cui porta la tunica militare. Il mantello simbolo gel generale romano al comando di un esercito gli cinge i fianchi e gli ricade sulla mano sinistra, con un panneggio molto elaborato.
​Il capo e i piedi sono nudi. Nella stessa mano impugna la lancia. Eros a cavallo di un delfino è appoggiato sulla gamba destra dell’imperatore.
Questo articolo tratterà un’intervista fatta all’autore dell’Augusto di Prima Porta o Augusto loricato. Il suo nome è Faenius Quirina, nato da contadini il primo giorno di maggio del 54 a.C. a Praeneste, secondo i calcoli fatti dai nostri studiosi, dato che allora il calendario non era ancora esattamente come quello attuale.
Gli abbiamo chiesto quali fossero le modalità utilizzate da lui per scolpire la statua in questione. Egli ha risposto che il lavoro di ogni scultore parte con varie fasi. Per prima cosa ha scelto il blocco di marmo, in questo caso, ha disegnato le forme del soggetto poi ha utilizzato un trapano per praticare alcuni fori lungo i contorni della figura. Dopo di che ne ha rilevato i contorni incidendo con scalpelli a bordo largo le parte intermedie ai fori. Infine ha termino la scultura con mazze di varie forme, scalpelli piatti, ricurvi e a gradino rifinendo, per terminare, ha sistemato gli ultimi dettagli con lime e un particolare trapano detto violino.
Per ultimo abbiamo chiesto come è stato lavorare con e per un personaggio del calibro dell’imperatore, del primo della storia romana. Egli ha risposto che ha dovuto rifare la statua ben tre volte per accontentare tutte le richieste di Ottaviano. Ci ha raccontato che quell’uomo era davvero scrupoloso e voleva fosse tutto perfetto visto che statue come quella sarebbero state viste dai poveri contadini come solo riferimento delle forme di chi li
Essendo una statua di carattere celebrativo le fattezze non sono precisamente quelle reali, ma il tutto è perfezionato come tradizione greca. Invero i capelli e la faccia sono state rese più dolci e armoniche.
governava in quel momento, non solo per loro ma anche per tutti coloro che sarebbero venuti dopo, che lo avrebbero celebrato e ricordato per sempre, un po’ egocentrico il nostro imperatore, non è vero? Speriamo di avervi coinvolti e che vi sia piaciuto ciò che avete letto, alla prossima!
Duo' A., Fontolan M., Grandolfo M., Luciano' A., Aqeel S.